Primi incontri

arwin decise che quella giornata sarebbe andato sulla terra per vedere cosa era cambiato, dato che era più di un anno che non metteva piede sul suo pianeta d'origine. Prese le sue cuffie (come quelle militari) collegate ad un mp3 con uno stile antiquato(come quelli dei giorni nostri) e partì verso i tunnel per andare sulla terra. Quando arrivò sul pianeta, fece un respiro profondo e l'aria gli sembrò un pò più pulita di quello che si ricordava, guardando il cielo per un attimo e toccandosi la spalla (sulla cicatrice,l'inizio della protesi) disse - che sfiga. - Si mise le cuffie con il volume al massimo guardando i passanti e pensieroso disse - Vado al parco. - Riferendosi al parco dove durante l' infanzia passava le giornate a giocare con suo padre, si avvio. Passò davanti alla sua veccia casa e per un attimo gli occhi brillarono come se volessero far piovere lacrime, accennò un sorriso, a causa dei ricordi brutti e belli che gli passarono per la mente, poi continuò tranquillo la camminata verso il parco.

uasi arrivato al parco Darwin alzò gli occhi al cielo per controllare se aveva ancora tempo prima che iniziasse a piovere, il suo istinto gli diceva che ce l' avrebbe fatta senza problemi e in effetti ce la fece, arrivato al cancello principale vide che era chiuso ma provò a spingere prima con solo il braccio destro poi con tutti e due le braccia ma niente, il cancello non si smuoveva di un millimetro, così gli venne l'idea di prenderlo a pungi ma questa assurda idea la scartò subito dato che sarebbe stata una perdita di tempo ed inoltre c'era la probabilità di farsi male. Allora guardò bene la recinzione del cancello sembrava solida e robusta, disse - Il mio biglietto per l'entrata non ce l'ho ma sono sicuro che potremmo trovare un accordo. - aspettò tre minuti di orologio poi si arrampicò sulla recinzione e la scavalcò senza grosse difficoltà con un atterraggio degno delle olimpiadi e giuse senza problemi a un tendone da giardino al centro del parco con sotto delle panchine. Si sedette ma nello stesso momento iniziò una pioggia leggera e pensò "che fortuna nella sfortuna" .

arwin se ne stava seduto li col braccio destro scoperto e con uno schermo (tipo quelli fantascientifici senza vetro) sulla pagina di una nota rivista scientifica e stava guardando i nuovi titoli degli articoli uno cera scritto"pelle sintetica anti acqua con dei sensori tattili" ma si distrasse vedendo un alieno che non sapeva dire la sua età perché lui non sa determinare l'età di una persona solo dall'aspetto e rimase incantato non perché l'alieno gli piacesse (e etero) ma sembrava "forte" ma forte nel senso sbagliato, come tutti gli alieni voleva reprimere i suoi istinti quella forza e peggio di essere deboli perché se sei debole almeno sei sulla linea d'inizio per diventare forti ma lui no lui era ancora più indietro da quella linea perché la vera forza e l'espressione degli istinti non la soppressione e devi incanalare quegli istinti in qualcosa di buono e sensato, perché se soffri devi fare tesoro della tua esperienza e non farla più accadere in futuro intanto che Darwin pensava a tutto questo guardandolo l'alieno si sdraio sul tavolo vicino a lui e Darwin accennando un sorriso e si rimise a leggere gli articoli della rivista pensando "qui si deve sciogliere quel giaccio nel suo cuore e far divampare il fuoco della sua anima"

entendo un rumore in sottofondo proprio quando cera il distacco tra una canzone e l'altra Darwin si tolse le cuffie e guardò l'alieno e dalla faccia capì che gli aveva chiesto il nome con una faccia tendente al pensiero "che cosa stai facendo?" allora lui rispose normalmente a una voce appena sufficiente a superare il rumore della pioggia leggera e delle gocce che cadevano dal tetto del tendone "Darwin hammer ma a mi hanno educato a dire prima a presentarmi e poi a chiedere alle persone di presentarsi Mister Ignoto" si rimise le cuffie abbassando il volume cosi che sentisse i rumori e continuò a leggere indisturbato

llora Darwin si riprese con calma le cuffie e con un piccolo sorriso disse - Singor Ogawa non la facevo cosi permaloso e mi scusi se sono stato scortese; - Si alzò e si mile le cuffie al collo, - Non volevo. - Si mise la mano sul mento come per toccarsi la barba che solitamente porta, anche se questa volta, a causa di una scommessa, se l'era dovuta tagliare. - A dire il vero non l'avevo neppure vista, non deve essere cosi scorbutico con un inutile umano come me. - Disse con un tono da presa in giro. - Sa ieri è stata una giornata faticosa e quindi oggi mi era venuta voglia di distrarmi un pò - Si guardò il braccio destro che faceva anche da orologio. - Ma ora è tardi e devo andare via signor...Ogawa.- Fece una piroetta di 180 gradi e alzò la mano dicendo con un tono piu serio di quello avuto fino ad ora, e da questo può intuire che stava scherzando - Tu credi del destino?- E senza dare il tempo di rispondere aggiunse - Io no ma ho la sensazione che ci rivedremo, allora arrivederci e buona fortuna- Si tirò giù la manica del giubbotto e si mise le cuffie, appena fece un passo fuori da dalla tettoia la pioggia smise di cadere e sentì una goccia cadere, quella goccia era diversa dalle altre questo perchè lì, in quel parco vicino ad una fontana un ghoul aveva attacato la sua famiglia e lui stesso, "casualmente", si era girato in quella direzione e sentì come un leggerissimo mormorio che assomiglia vagamente ad un lamento che dice "addio".

arwin sene torno a casa tranquilla mente era sera e la sua casa era nel disordine più totale per lui era normale anzi era addirittura in ordine si fece da mangiare accese il computer e guardo se cerano altri brani usciti dalle sue bend preferite si guardo il telegiornale su internet e andò a dormire ripensando alla giornata e con un sorriso da antieroe (solo accentuato) si addormentò